Feb 8, 2013
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UNIFIL sempre più al centro di tensioni. Il comandante Serra richiama al rispetto

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É stato un quotidiano libanese, il Daily Star, a riportare  il 26 gennaio scorso le parole del generale italiano Paolo Serra, capo della missione UNIFIL in Libano, pronunciate davanti a leader religiosi e civili nel quartier generale della missione Onu a Naqoura, nell’ambito di un evento pubblico.

Scaramucce, sassaiole, confisca di materiali, per non parlare di roadside bomb, quale quella che nel dicembre 2011 ha ucciso cinque caschi blu francesi e due civili a Tiro, stanno guastando il rapporto tra la popolazione e i peacekeeper delle Nazioni Unite in Libano.

“Se da una parte dobbiamo rispettare gli interessi della popolazione locale, dall’altra anche noi abbiamo bisogno di essere rispettati come persone, come soldati, come peacekeeper e come rappresentanti dell’Onu”, ha detto il generale Serra a fine gennaio davanti  ai parlamentari Ali Fayyad, di Hezbollah, Abdel-Majid Saleh, dell’Amal Movement, Qassem Hashem e ai comandanti dell’Esercito Libanese e di UNIFIL.

“Siamo qui con 12mila soldati provenienti da 37 diversi paesi, con migliaia di civili e internazionali che lavorano per il vostro supporto, per i vostri interessi e per voi, senza nessuna agenda privata né contatti segreti con controparti o controllo di attività al di fuori del mandato di UNIFIL”, ha specificato chiaramente il comandante di UNIFIL, generale Serra, facendo riferimento all’escalation di attacchi contro i convogli dei caschi blu e al sequestro dei loro equipaggiamenti. Si tratta di azioni illegali, ha sottolineato il generale Serra, che possono aumentare in intensità e frequenza, creando pregiudizio sia ai civili che ai militari.

Il comandante Serra ha inoltre stigmatizzato il comportamento di alcuni media locali, colpevoli di cattiva informazione.

Recentemente UNIFIL è stata accusata da giornali locali di intercettazioni telefoniche, in particolare all’interno di un campo palestinese nel sud del Libano. Intercettazioni che, secondo la stampa locale, avrebbero portato alla scoperta di un complotto terroristico.

ERRATA CORRIGE

I caschi blu francesi vittime della roadside bomb nel dicembre 2011 sono rimasti feriti, e non uccisi come erroneamente scritto.

Paola Casoli il Blog ringrazia Laura, che per prima ha segnalato l’involontario errore.

Fonte: The Daily Star

Foto: The windshield of a UNIFIL vehicle broken after residents of the southern village of Touline pelted it with stones in 2010/The Daily Star

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Forze Armate · Libano · Sicurezza