Feb 13, 2013
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Elezioni, di che stiamo parlando?

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Cybergeppetto

Il triste spettacolo del dibattito elettorale in corso è incentrato su tante promesse, alcune veramente indecenti come quelle di un vecchio manifesto affisso in Belgio qualche anno fa.

Il fatto che si facciano fantasiose ipotesi di riduzione delle tasse e si proponga  ogni tipo di alleanza / desistenza / appoggio esterno / geometria politica  variabile  ecc. ecc.,  mi spinge a rammentare alcune cose che sembrano per lo più sconosciute ai nostri politici.

Mi pare di aver letto che il complesso di persone che é impiegato nella pubblica amministrazione, intesa come stato e parastato, superi i sei milioni di persone, il che, su una popolazione attiva di  ventidue milioni, é forse un po’ troppo.  In campagna elettorale non se ne parla.

Il livello dei servizi offerti ai cittadini, dalla sicurezza alla sanità, dalla giustizia ai trasporti, dal sistema della formazione alla manutenzione del territorio e delle infrastrutture ecc. ecc., non é congruo rispetto alle risorse impiegate. In campagna elettorale non se ne parla.

I nostri eroi possono tranquillamente proseguire nelle dissertazioni sull’onestà in politica, condizione necessaria ma non sufficiente a far politica, e sulla loro indefessa attitudine a tutelare i diritti dei loro elettori. Dopo le elezioni dovranno comunque fare i conti della serva e dimenticarsi di quello che hanno promesso.

Io darei il mio voto a quel politico che mi dicesse come intende manovrare la macchina dello stato per dare servizi ai cittadini, anche se sarebbero in tanti a saltargli alla gola per mantenere il casino che c’é . Non mi pare, comunque, che se ne parli.

Io darei il mio voto a quel politico che introducesse un sistema di valutazione severo dei servizi offerti ai cittadini, magari riferendolo a degli obiettivi concreti da ottenere. Certo il nostro eroe si troverebbe a mal partito il giorno in cui fosse certificata l’inutilità di larghe fette della pubblica amministrazione, tutti si straccerebbero le vesti per difendere il loro orto indifendibile. Niente paura, tanto non se ne parla.

Io darei il mio voto al politico che volesse ridurre la duplicazione di funzioni e la pletora di organismi inutili previsti da una carta costituzionale nemica del buon senso e della scienza dell’organizzazione. Mi pare, però, di ricordare che quando si é tentato di far qualcosa del genere tanti soloni hanno gridato allo scempio. Tranquilli, se ne parla poco e solo genericamente.

Io non amo quei politici che ripetono come dischi rotti che si occuperanno di dare il lavoro ai disoccupati, forse perché sono convinto che lo stato debba dare regole e servizi, mentre il lavoro é stato sistematicamente utilizzato come merce di scambio per ottenere consenso. Mi piacerebbe sentire un politico che dicesse che non vuole nominare primari d’ospedale, amministratori delegati di aziende municipalizzate e così via, nominando tutto quel sottobosco di poltrone normalmente destinate ai galoppini della politica e ai trombati di ogni consultazione elettorale. In ogni caso nessun politico si azzarda a dire cose del genere.

Io voterei quel politico che dicesse chiaramente che le esigenze delle vittime dei reati vengono prima di quelle dei delinquenti che li hanno commessi, lo adorerei  se avesse il coraggio di dire che la rieducazione del reo passa obbligatoriamente per lo svolgimento di un lavoro in carcere, per il risarcimento del danno e per l’aver scontato per intero la pena. Tranne qualche vago accenno alla certezza della pena, nessuno ne parla.

Potrei andare avanti a lungo, ma non voglio tediare il lettore, soprattutto quello che non tollera il populismo post ideologico della nostra classe politica.

Cybergeppetto

p.s. “Onorevole, io l’ho votata, ora mi dia un lavoro”. “Questo é un giornale d’annunci , se lo cerchi…”

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L’immagine è tratta da terranostraonlus.eu

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