Gen 20, 2013
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Il Lavoro ai giovani di Maroni, ovvero come sono belli i manifesti dei politici

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By Cybergeppetto

Premessa

I manifesti dei candidati premier sono belli, pieni di facce sorridenti e di buoni propositi, ma, a ben vedere, già una lettura più attenta ne rivela la natura di populismo gioioso e anarcoide che poi si trasformerà in manovre lacrime e sangue una volta che i nostri eroi, raggiunta la stanza dei bottoni, dovranno agire per mantenere un sistema di potere che è a un passo dal fallimento.

Ho pensato di esaminare, uno alla volta, per carità, i manifesti di queste elezioni, sia per esaminare un po’ più a fondo i contenuti, sia per memorizzarli ora e collegarli a quello che succederà dopo.

Il “Lavoro ai giovani” di Maroni

Bisogna ammetterlo, Maroni è simpatico con i baffetti corti e la “mosca” sotto il labbro, che è molto di tendenza.

Su uno sfondo azzurro come il cielo lombardo quando non c’è lo smog, il suo volto sorridente potrebbe farci pensare che le tasse siano state solo un brutto sogno e che gli interessi che paghiamo sul debito siano solo un incubo notturno.

Certo non è il primo a promettere, sia pure in maniera del tutto vaga, posti di lavoro. La politica italiana ha nel suo DNA lo scambio tra voti e posti di lavoro.

In questo “nuovo” approccio alla politica non si ritiene di dover cambiare rispetto al passato.

Tutti i politici ripetono all’infinito il mantra secondo cui la Costituzione tutela “il diritto al lavoro”, nessuno rammenta che, nello stesso articolo, si dice anche che ogni cittadino ha il dovere di lavorare.

Il manifesto ci fa sperare in una rapida ascesa del tasso di occupazione, confidiamo che in altre parti della campagna elettorale i nostri eroi ci spieghino come faranno in modo che questo possa avvenire.

Il fatto è che io non sono così sicuro che la politica abbia il compito di dare posti di lavoro, forse sono un po’ antiquato, ma ho sempre pensato che la politica dovesse dare regole per il funzionamento della società e servizi ai cittadini. Ognuno di noi, per contro, deve mettersi a lavorare, meno cazzeggio, meno espedienti, meno gratta e vinci, meno talk show e tanto olio di gomito.

Dagli inizi della repubblica, invece, i politici hanno sempre fatto a gara a dire che avrebbero dato il lavoro a tutti, sarà per quello che, a furia di infornate di raccomandati nello stato e nel parastato, i posti di lavoro non ci sono più per quei giovani che, precari e sottopagati, dovranno mantenere un sistema in perdita.

E’ curioso che Maroni parli di lavoro ai giovani e nello stesso tempo, critichi Berlusconi, quello che prometteva un milione di posti di lavoro nel 1994, vista la sintonia sul modo di condurre la campagna elettorale.

Insomma, in queste elezioni così piene di partiti e persone “nuove”, ci tocca leggere delle cose che magari sanno di Prima repubblica e, quando va bene, di diatribe tra don Camillo e Peppone.

C’è una strada diversa, per tutti i partiti, quella di abbandonare il populismo e di dire chiaramente ai giovani che per troppi anni abbiamo percorso una strada sbagliata, non abbiamo prodotto, abbiamo sperperato, abbiamo preteso diritti, ma non abbiamo offerto doveri.

I giovani avranno il lavoro solo se lo troveranno in loro stessi, nelle loro idee, nelle loro capacità e lontano dai politici; sì, lontano, perché i politici dovranno lavorare per rimettere a posto la pubblica amministrazione, quella che ci fornirà i servizi grazie ai quali potremo tornare a crescere.

Cybergeppetto

p.s. “Papà, guarda che faccia simpatica!”. “Figliolo, memorizza il volto, dopo le elezioni assumerà un’espressione diversa…”.

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L’immagine è tratta da Polisemantica

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