Ha presentato il suo piano al Pentagono, il comandante della missione a guida NATO ISAF (International Security Assistance Force) in Afghanistan, generale John R.Allen. Si tratta di un programma a tre opzioni con tre diverse soluzioni in termini numerici da valutare per il dopo-2014, quando cioè la missione ISAF si trasformerà da combat a missione di supporto e training sul suolo afgano: 6mila, 10mila e 20mila soldati con un fattore di rischio inversamente proporzionale al numero di truppe.
È stato il New York Times, mercoledì scorso, a dare la notizia della proposta del generale Allen al segretario alla Difesa Leon Panetta, riferendo anche che il successo del dopo-2014 dipende strettamente dalla capacità di un governo così corrotto come quello afgano di fornire servizi di base alla popolazione.
In ogni caso, al di là delle prestazioni governative, il generale Allen ha pianificato che con 6mila soldati sul terreno la missione avrà un carattere prevalentemente di caccia ai ribelli tramite l’impiego di forze speciali. Il sostegno logistico e il training alle forze afgane sarebbero voci fortemente limitate.
Con 10mila soldati sarebbe invece possibile sviluppare più ampiamente il programma di training. Con 20mila si potrebbe prevedere anche l’impiego di altre forze convenzionali per il pattugliamento in aree limitate.
Il presidente Barack Obama discuterà delle tre opzioni alla Casa Bianca la prossima settimana, in occasione della visita del presidente afgano Hamid Karzai.
Intanto, tre sono le date certe: il 31 dicembre 2014, data della fine della missione ISAF così come la conosciamo; il febbraio 2013, mese in cui il generale Allen lascerà il suo ruolo di COMISAF al collega Joseph F. Dunford Jr.; infine, per quanto riguarda la successione di Panetta, è attesa a breve la definizione da parte del presidente Obama del nome del prossimo segretario alla Difesa, che potrebbe essere, ma è ancora poco certo, l’ex senatore repubblicano Chuck Hagel.
Fonte: Stars and Stripes
Foto: ISAF