By Vincenzo Ciaraffa
In un certo senso la fine del mondo vaticinata dai Maya per il 21 dicembre 2012 si è verificata, anche se con quarantotto ore di ritardo. Oddio, non vorremmo fare come Nostradamus – le cui profezie sono tutte valide a patto, però, di “incollarle” sopra eventi e personaggi di epoche successive – se affermiamo che, oltre a sbagliare la previsione di due giorni, i Maya forse non volevano intendere la fine del mondo ma soltanto la “fine di un mondo”.
La fine della democrazia nel nostro Paese è avvenuta il 23 dicembre scorso nella Sala Polifunzionale del governo, durante la conferenza stampa del dimissionario Presidente del Consiglio Mario Monti. Fino ad oggi, in occasione del pistolotto di fine anno, i capi del governo si erano limitati a sciorinare fantasiosi, striminziti elenchi di cose fatte e corpose note di cose ancora da realizzarsi che erano (e sono) le stesse che attendono soluzione fin dai tempi della caduta dell’Impero Romano, il tutto condito di banalità e buoni propositi.
Quando, poi, terminava l’annuale sceneggiata, tutti avevamo la sensazione di essere stati ancora una volta buggerati ma, giacché incombeva il cenone della vigilia di Natale o di Capodanno, facevamo spallucce e ci recavamo a prenotare vongole e capitone, allora che della tredicesima ci rimaneva ancora qualche soldino per le spese voluttuarie.
Disgrazia ha voluto, che proprio sei giorni prima che Monti venisse in televisione a decantarci il lavoro fatto in tredici mesi di governo del Paese, abbiamo dovuto saldare l’IMU (e che saldo!), oltre che pagare la bolletta del riscaldamento, dell’acqua e della corrente, tutte notevolmente aumentate rispetto ad appena un anno fa, insomma siamo rimasti a sorbirci Mario Monti soltanto perché non avevamo soldi per uscire a far shopping.
Anche se resistere al sonno mentre parlava, è stata un’impresa titanica, almeno fino a quando egli non ha voluto strafare, annunciando trionfalmente che “Adesso qualcosa è cambiato – Gli italiani possono girare in Europa a testa alta”. Roba da fine del mondo dei Maya! Mai un uomo politico, neppure nelle repubbliche più scalcagnate della nostra, aveva avuto l’impudenza di esortare i cittadini a sentirsi orgogliosi soltanto per averlo preso a quel posto! Come dire che se in futuro noi italiani saremo più corrivi col nostro didietro potremo girare a testa alta addirittura su tutto il globo terracqueo, Poli compresi.
Sì, perché di quel pochissimo che si è capito durante la conferenza stampa il programma, pardon, l’agenda, che Mario Monti – con la democratica formula “prendere o lasciare” – ha proposto ai partiti per un suo eventuale ritorno a Palazzo Chigi era tutto nell’implicita esortazione a essere più corrivi. E non v’è dubbio che se il professore di Varese ritornasse per davvero alla guida del governo per gli italiani sarebbe il completamento della profezia Maya, grazie a un’agenda che, a volerne ridurre i contenuti all’essenziale, dice pressappoco così: “Il culo lo mettete voi, il resto lo metto io”.
Vincenzo Ciaraffa
Foto: cambiailmondo.org