Sarà la nanotecnologia a risolvere l’eterno problema dei pesi da portarsi addosso in ogni missione combat in teatro operativo. I chili di piastre di protezione aggiunte al giubbotto antiproiettile, a cui si sommano i pesi dell’intero equipaggiamento combat, saranno presto un ricordo per i soldati al fronte.
Un recente studio del MIT e della Rice University ha evidenziato come dei materiali più leggeri possano garantire la stessa efficienza degli attuali giubbotti antiproiettile, spessi due centimetri e mezzo e pesanti circa tre chili.
Gli studiosi hanno pensato a una specie di torta a strati, dello spessore di pochi nanometri, per confezionare un tessuto antiproiettile confortevole e sicuro. “Un polimero autoassemblante con una struttura a strati – ha spiegato David Chandler del MIT News Office – che garantisce resistenza, alternato a strati vitrei, che danno robustezza”.
Lo studio è stato pubblicato sul giornale online Nature Communications. Gli scienziati che hanno ideato il nuovo materiale sono Jae-Hwang Lee, Markus Retsch, Thomas Pezeril, Edwin Thomas, Gagan Saini, David Veysset, Jonathan Singer e Keith Nelson.
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Fonte: Armed Forces International
Foto: Nature Communications