Dopo la cerimonia anti-Putin fatta dalle rocker Pussy Riot nella forma di una dissacrante preghiera punk recitata nella cattedrale di Mosca, e l’immediato arresto delle tre ragazze, oggi gli avvocati della difesa hanno organizzato una mobilitazione mondiale via internet a poche ore prima del verdetto.
Per il fatto commesso, che è stato considerato blasfemo dai vertici della chiesa ortodossa, l’accusa chiede tre anni di carcere per il trio, composto da Nadia Tolokonnikova (22 anni), Katya Samutsevich (29) e Maria Aliokhina (24).
Le tre ragazze si sono definite nella loro arringa difensiva “allieve e discendenti dei dissidenti sovietici, vittime del sistema Putin“. Nadia, in particolare, ha invocato la libertà di espressione: “Credo che le parole distruggano il cemento. Non siamo sconfitte, tutto il mondo parla di noi“.
Proprio su di lei, mamma e laureanda in filosofia,ha puntato gli occhi l’edizione ucraina di Playboy, che la vorrebbe mettere nuda in copertina. Il New Yorker, intanto, ha definito alcune sue dichiarazioni da “antologia della dissidenza”.
Tutto ciò contribuisce a far pubblicità al gruppo. E anche, indirettamente, a Putin, contrastato leader russo dal piglio algido e determinato.
Fonti: Ansa, Senigallia Notizie
Foto: SkyTg24/Getty