Sono stati bocciati ieri 4 agosto dal Parlamento afgano i due ministri della Difesa e degli Interni del governo di Hamid Karzai, rispettivamente Abdul Rahim Wardak (a sinistra nella foto) e Bismullah Khan Mohammadi (a destra nella foto).
La scelta del parlamento di rimuovere i due punti di riferimento dell’Occidente è passata con 146 sì contro 72 no, nel caso di Wardak, mentre 126 sì contro 90 no hanno sfiduciato Mohammadi. Ne sarebbero bastati 124 di voti contro, fa sapere Associated Press da Kabul.
Oggi, domenica 5 agosto, il presidente afgano Hamid Karzai dovrà decidere del futuro dei due ministri sfiduciati. Ovvero, Karzai potrà stabilire se prolungare il loro incarico di un mese, fino a settembre. Il presidente afgano, che non ha espresso opinioni a seguito della sfiducia, si pronuncerà dopo una riunione con il suo staff della sicurezza nazionale.
Il Parlamento chiede intanto la sostituzione immediata dei due ministri, imputando loro il fallimento della sicurezza ai confini con il Pakistan e le falle che hanno consentito le recenti uccisioni di ufficiali superiori. I due ministri sono inoltre sospettati di corruzione.
Wardak ha difeso il proprio operato, reclamando di aver inviato ai confini di nord-est più truppe a difesa della sicurezza, dispiegando artiglieria a lungo raggio e munizionamento al fine di contrastare gli attacchi pakistani.
La questione della sicurezza ai confini con il Pakistan, tuttavia, sembra essere la questione nodale alla base della sfiducia, oltre alle accuse di lassismo nei confronti del Parlamento criticato di essere incapace di prendere posizioni, si legge nell’articolo della Associated Press.
La comunità internazionale, osserva intanto BBC online, sembra aver perso due figure chiave per il dialogo sullo scenario afgano in un momento importante. La Nato sta infatti pianificando il ritiro delle truppe, che dovrà completarsi entro il 2014.
Entrambi i ministri erano presenti da lungo tempo sulla scena nell’ambito del governo Karzai.
Wardak, dall’inglese fluente grazie agli studi negli States, era sostenuto da Washington e dalle forze di coalizione Nato. Ministro della Difesa dal 2004, prima ancora era stato viceministro dello stesso dicastero. Negli anni Ottanta ha combattuto contro i Sovietici e i comunisti tra le fila dei mujaheddin.
Mohammadi è un tagiko. Ex comandante mujaheddin contro i Sovietici, si è unito all’Alleanza del Nord contro i talebani negli anni Novanta. È stato capo di stato maggiore dell’Esercito afgano dal 2002 al 2010. In quanto ministro degli Interni, è sua la responsabilità della polizia afgana e di frontiera.
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Fonte: AP via abcNews, BBC online
Foto: decaturdaily.com