In tema di successo comunicativo e di pubblico la Chiesa l’ha fatta da padrona lo scorso fine settimana. L’incontro mondiale dedicato alla famiglia ha riunito il mondo, mentre la festa nazionale della Repubblica non è neppure riuscita a mettere insieme una nazione.
Fatte le dovute proporzioni tra le due differenti portate degli eventi, uno mondiale e l’altro nazionale, la Chiesa ha stravinto.
In termini giornalistici, l’evento della Chiesa, organizzato in controprogrammazione rispetto a quello dello Stato, ha avuto lo share maggiore. Ha attirato l’attenzione mediatica e ha coinvolto gruppi interi. La Repubblica, da parte sua, invece, i gruppi li ha divisi in sterili e inutili discussioni: non bisogna essere amministratori per intuire che i tagli dell’ultimo momento applicati all’esibizione di contorno alla festa nazionale, ovvero la parata militare, non rappresentano né un risparmio immediato né una cifra liquida ed esigibile da girare subito alle popolazioni colpite dal sisma.
I toni mesti e forzatamente sobri dei nostri governanti, inaciditi dalle polemiche e dalla caduta di valori, hanno fatto da contrasto ai volti sorridenti delle folle festose all’incontro con il Papa nel parco milanese di Bresso.
La Chiesa, che non è in un momento d’oro neppure lei, tra corvi, esumazioni di salme e pedofilia, ha puntato tutto su un valore che dal punto di vista istituzionale sta scricchiolando pericolosamente: la famiglia. E qui il Papa ha sapientemente rilanciato, aprendo le braccia ai divorziati risposati: anche voi siete la chiesa. Fate tutti parte del gruppo.
E il gruppo fa la forza. Fa la voglia di rinascere e di ricostruire. Tutti insieme verso un obiettivo condiviso.
La Chiesa ha celebrato un nuovo contratto con la gente ed è uscita dal parco di Bresso inghirlandata. Lo Stato, invece, ha sepolto la Repubblica con tutti i suoi cittadini e se ne è venuto via dalle tribune dei Fori Imperiali con le corone funebri.
Articoli correlati:
Il 2 giugno 2012 in Paola Casoli il Blog
Foto: Ansa