Mag 3, 2012
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Il turbante e la tarantella, sceneggiata indo-napoletana

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Ovvero la sceneggiata sui Marò da Napoli al Kerala

By Cybergeppetto

Il compianto Mario Merola avrebbe di che cantare, magari con toni strappalacrime, sulla sorte ingrata che è toccata agli incolpevoli Marò, rei di essere ligi al proprio dovere come tutti gli italiani onesti. Una sorta di “zappatore” che grida il suo strazio dall’Asia invece che dall’America: chilometro più, chilometro meno, la cosa non cambia.

Il fatto è che, forse, Nino Taranto avrebbe meglio descritto la vicenda ricorrendo a una delle sue più celebri macchiette, quella di ciccio formaggio. Canzone che, pur nell’ilarità tipica di questi personaggi, parla dell’ingratitudine dei sentimenti.

Mi piace immaginare i nostri due Marò che cantano sul palco del varietà a una platea composta in primis dalla dirigenza della Compagnia Fratelli D’Amato, ma anche dai membri del governo interessati, dalle Autorità diplomatiche e consolari, dai militari che potevano svegliarsi un po’ prima che avvenisse il patatrac, dagli estremisti di sinistra italiani che addirittura li contestano, dai media che hanno sottovalutato la vicenda quando si stava per compiere.

In sintesi, se fossi al posto dei Marò, mi piacerebbe cantare la seguente strofa:

«Si me vulisse ben’ o’ veramente
nun me facisse ‘ncüitá d’a gente
nun me tirasse ‘e pile ‘a dint’e ‘rrecchie
nun me mettesse ‘e dite adinte ‘ll’uocchie»

Me l’immagino il Marò che, si lamenta “se mi volessi veramente bene, non mi faresti trattar male dalla gente”, in questo caso le autorità indiane, quelle che tra “accordi economici”, rinvii delle udienze, perizie tarocche e altre sceneggiate politico giudiziarie, hanno mostrato di conoscere la tarantella meglio della Compagnia D’Amato.

Non potrei biasimare Latorre e Girone se si lamentassero di essere vilipesi dalla compagnia armatrice, da politici ed estremisti che, per principio, sanno solo sputare veleno sui militari. Inoltre, non saprei se preferirli ai politici che strillano davanti alle telecamere, ma che dimostrano tutta la loro inutilità nel conseguire uno straccio di risultato.

Magari anche il ministro Terzi, con il turbante in testa,  potrebbe cantare una canzone tipo “O Marò innammurato”, visto che ha detto che ha ottenuto tanta solidarietà in tutti i vertici diplomatici con cui ha parlato della vicenda, peccato che agli indiani non gliene freghi nulla…

Va a finire che dal Kerala replicheranno “Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato…”; scordiamoci i soldi che gli abbiamo elargito…

Cyergeppetto

p.s. Le quotazioni della Compagnia D’Amato hanno registrato un forte rialzo in borsa, si è trattato dell’effetto di due notizie, la prima è che la nave Enrica Lexie ha ottenuto, finalmente, l’autorizzazione a lasciare il porto indiano in cui era sequestrata, la seconda è relativa all’indiscrezione secondo cui la compagnia armatrice starebbe entrando nel business cinematografico di Bollywood, con una joint venture volta a esportare le sceneggiate napoletane. Dopo tanto soffrire, per i due Marò si profila un futuro nel mondo della sceneggiata indo-napoletana.

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Foto: bachecatermolese.org

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Inchiostro antipatico