Feb 13, 2012
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La Difesa non spala la neve

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By L’Anacoreta

Le precarie condizioni atmosferiche degli ultimi giorni hanno, ancora una volta, dimostrato quanto nel nostro Paese le capacità di gestire una situazione di crisi (annunciata con largo anticipo) siano praticamente nulle.

Infatti anche se più o meno da qualche decina di migliaia di anni lo Stivale risulta soggetto durante l’inverno a nevicate intense, una tale congiuntura atmosferica ci sorprende sempre, facendo sprofondare il paese nell’emergenza!

Abbiamo assistito, dunque, a un crescendo d’isteria collettiva associata a un insieme confuso, disordinato e, direi, arronzato, di provvedimenti vari, ordinanze, ordini e contrordini, smentite, accuse reciproche, rimbalzi di responsabilità che, se non fossero state connesse a disagi anche molto seri (ma in gran parte evitabili), avrebbero potuto essere interpretate come un umoristico spettacolo un po’ pecoroneccio di inizio carnevale.

L’unico fattore costante e immancabile della farsa invernale è stato l’accorato e drammatico appello che sindaci e amministratori di tutti i livelli hanno elevato al nostro governo per avere il concorso dei reparti dell’Esercito, quale elemento indispensabile e insostituibile per potersi districare nel turbinio che l’abbinamento tra la neve e la loro inettitudine e inefficienza amministrativa hanno creato.

Lasciando perdere l’incompetenza e la cialtronaggine che hanno contraddistinto tanti amministratori  vorrei soffermarmi su un punto che ritengo particolarmente grave e scandaloso. Il ricorso indiscriminato alle forze armate quale forza lavoro a go-go!

La legittimità del ricorso alle Forze Armate per far fronte a particolari situazioni di crisi in supporto alla popolazione è indiscutibile. Ma solo quando lo si intenda come uno strumento che, dotato di una organizzazione particolare, lo stato possa usare in extremis, ben conscio di snaturarne il suo compito primario.

Ciò che invece trovo grave e scandaloso è che le stesse Forze Armate e nel particolare i reparti dell’Esercito siano utilizzati come manodopera a basso prezzo (anzi, gratuito) in spregio alla loro caratteristiche tecnico-operative e, soprattutto, alla loro dignità di personale altamente qualificato, addestrato e preparato per compiti e funzioni che nulla hanno a vedere con lo spalare neve o il portare coperte o generi di conforto a chi è rimasto bloccato nella neve (perché magari si è messo in movimento senza catene o senza tenere conto degli avvisi delle autorità!).

La gravità del fatto non risiede tanto nel solito amministratore, che non sapendo come gestire l’emergenza che la sua incompetenza ha creato e determinato si mette a strillare chiedendo l’intervento dell’esercito (non gli costa niente, gli fa fare bella figura se tutto va bene e lo scarica delle responsabilità se qualche cosa va male), ma nelle autorità politiche e militari che questa richiesta avallano e autorizzano!

Cosa posso pensare io cittadino medio – che ho svolto il mio servizio di leva più di trent’anni fa – quando mi si dice che devo fare dei continui sacrifici economici anche perché il mio paese ha bisogno di avere un corpo di personale selezionato, preparato, addestrato per poter svolgere quei compiti operativi di alto profilo e di massima responsabilità (perché questo, se mi pare, è il succo della tesi che i vertici militari sostengono a spada tratta quando si parla di riduzioni di bilancio e di sacrifici economici) necessari a supportare le scelte politiche del governo, quando poi vedo quegli stessi professionisti che io ho pagato per fare altro, che vengono concessi con leggerezza e populismo per spalare neve come manodopera di bassissimo livello?

E cosa devono pensare tutti quei ragazzi che credendo nei loro superiori si sacrificano quotidianamente per poter essere pronti a svolgere proprio quei compiti operativi, per i quali io cittadino comune pago, in missioni dai risvolti incerti e pericolosi (e purtroppo spesso anche fatali) quando poi vengono svenduti al miglior offerente per spalare neve dai marciapiedi o dalle strade?

Ora, nell’esercito di leva che io ho conosciuto questo sistema poteva andare bene, forse, e quindi il ricorso al militar soldato ogni volta che c’era una situazione dove occorreva manodopera gratuita e consenziente era accettato senza particolari riserve.

Ma oggi dove i nostri soldati sono tutti professionisti e dove si insiste perché le forze armate siano considerate quello strumento necessario al paese, perché si vuole svilirle svendendole per una convenienza di carattere clientelare che vede ancora una volta i militari asserviti al capriccio politico?

Non voglio estendere il discorso parlando delle varie operazioni – perché così i vertici militari hanno avuto il coraggio di chiamarle – dove i nostri soldati sono svenduti come spazzini di fortuna o aiuto-carabinieri o surrogato delle forze di polizia varie, nel tentativo di rimediare alle differenti emergenze che amministratori (e con questo termine intendo tutta quella pletora di personaggi eletti o imposti a divinis che vanno dal ministro al sindaco del piccolo comune) incompetenti, impreparati e disonesti hanno contribuito a creare negli ultimi anni in Italia.

Mi fermo quindi al soldato spalatore di neve con una riflessione.

Il ministro della Difesa al momento di insediarsi nelle sua carica ha parlato di un nuovo corso, fatto di tagli e di rinunce, ma anche di qualità e di professionalità delle forze armate.

Ora Signor Ministro, se siamo al punto di trent’anni fa, dove il militare è ancora sinonimo di forza lavoro da svendere per i lavori più differenti, queste novità dove sono? Questo nuovo corso dov’è?

Lei, Signor Ministro, appartiene a un governo tecnico che (da come Super Mario ci vende ogni giorno) non guarda in faccia nessuno e ha in mente di ribaltare il paese come un calzino facendo quello che nessuno ha mai avuto il coraggio di fare, e quindi non è debitore a nessuna forza politica di nulla. Se questo è vero, e voglio crederlo, allora da lei Signor Ministro mi sarei aspettato una presa di posizione di nuovo corso nell’affrontare questa emergenza neve!

Ho numerosi amici e conoscenti che sono militari e tutti mi hanno confermato che lei come militare ha sempre riscosso la stima e l’apprezzamento di tutti nelle forze armate, essendosi dimostrato un dirigente attento serio e scrupoloso; ora che è passato a dirigere il dicastero, non perda la fiducia e il rispetto dei suoi ex colleghi, dimostrandosi incapace di iniziare quel nuovo corso da lei stesso auspicato.

Si imponga perché la professionalità e la dignità dei nostri uomini in divisa sia riconosciuta e rispettata sempre, e non solo quando si sostengono gli interessi della nazione in una qualche terra lontana, ma anche quando l’immancabile cialtrone incapace li vorrebbe a spalare la neve dal suo marciapiedi.

L’Anacoreta

Foto: ilsecoloxix.it

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Forze Armate