Gen 12, 2012
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Cargo russo diretto in Siria: trasporterebbe “decine di tonnellate di munizioni”

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Fermato dal mare grosso nella sua rotta verso la Siria.

Il cargo russo Chariot, di proprietà della Westberg Ltd con sede a San Pietroburgo e battente bandiera St. Vincent e Grenadine, aveva dovuto gettare l’ancora nel porto meridionale cipriota di Limassol martedì 10 gennaio per le cattive condizioni del mare. Da quel momento ha subito attirato l’attenzione delle autorità.

Agli ufficiali doganali dell’autorità portuale saliti a bordo non è stato tuttavia possibile esaminare quattro container a causa dello spazio ristretto in cui questi sono stati confinati. E comunque, stando a quanto riferito dal ministero degli Esteri di Cipro e riportato dal multimedia Npr, che cita Associated Press, gli ufficiali hanno stabilito che si tratta di un trasporto pericoloso.

“Decine di tonnellate di munizioni”, oltre a un generatore elettrico, secondo la radio di stato che ha subito diffuso la notizia.

Che il cargo avesse un carico pericoloso non è mistero, secondo un portavoce della Westberg intervistato dall’agenzia russa RIA Novosti, dato che è di proprietà della Rosoboronexport, un’azienda russa che si occupa di commercio di armi.

Di più per il momento non si sa, tranne che il Chariot ha potuto riprendere il proprio viaggio ieri 11 gennaio, promettendo di rivedere la propria rotta e, secondo una testimonianza non attribuibile, di dirigersi nei dintorni della Turchia. Ma potrebbe in realtà essere diretto proprio nei porti siriani di Latakia e Tartus, utilizzati dalle navi russe per i rifornimenti.

Nè Turchia né Russia, del resto, fanno parte dell’Unione Europea, dunque né l’una né l’altra sono vincolate all’embargo scattato contro la Siria in seguito ai recenti disordini. Per questo le autorità della Repubblica di Cipro hanno consentito al cargo russo di fare rifornimento e di ripartire.

La Turchia, tuttavia, ha recentemente assunto una posizione molto critica nei confronti dell’ex amica Siria e molti siriani si stanno rifugiando proprio in territorio turco per sfuggire alla repressione del presidente Bashar Assad.

L’intercettazione di traffici di armi provenienti dall’Iran, o come ora, dalla Russia, e diretti verso il Medio Oriente, da parte della autorità turche non è una novità.

Casi del genere si sono verificati anche recentemente con il sequestro di container carichi di armi e immagazzinati in una base navale a Cirpo l’estate scorsa, dove poi nel mese di luglio hanno dato luogo a un’esplosione che ha causato la morte di tredici persone danneggiando anche la principale centrale di energia elettrica dell’isola.

Fonte: Npr/AP

Foto: incyprus

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Sicurezza