By Cybergeppetto
Io posso anche capire il cordoglio per la morte dell’editore di Tex, ma una breve riflessione su questo fumetto l’ho fatta, cominciando da me che ne ero lettore da bambino.
Tex non incarna certo i valori della società contemporanea, è rimasto sostanzialmente uguale nel tempo, quindi i suoi lettori non sono né progressisti, né trendy, né, tantomeno, politicamente corretti.
In primo luogo, Tex è uno che maneggia le armi, già questa è una cosa che depone assai male, dagli antimilitaristi ai pacifisti, fino ai cattoprogressisti (se dico cattocomunisti mia cognata mi rompe…), la schiera di quelli pronti a puntare l’indice contro la mano armata, sempreché essa non sia quella di qualche rapinatore in esproprio proletario o disobbediente valsusino, è assai lunga, Tale serie comprende una folta congrega di fancazzisti televisivi che pretendono di essere i nuovi filosofi 3D dello schermo ultrapiatto.
In secondo luogo, Tex non è né un libertino tendente al machismo, né un gaudente omologico inventore di sessualità nuove e inesplorate, se ne deduce che siamo in presenza di un mero etero retrogrado che reprime la sua sessualità in maniera inaccettabile per una società che ormai da lunga pezza ha dichiarato lecito qualsiasi comportamento sessuale che avvenga tra adulti consenzienti.
Nell’era degli eccessi viagra/sessuali dei post sessantenni o della back-door del sesso che tanto piace a vari partiti, Tex avrebbe dovuto prendere posizione in un senso o nell’altro, viene da ridere al pensiero che, dopo tutti i cattivi ai quali ha messo una pallottola in zucca, egli non sia forse nemmeno capace di farsi una pugnetta. Nei suoi albi non se ne parla mai.
In terzo luogo, Tex non ha mai mostrato molte capacità di dialogo e di mediazione, sempre a sparare con la sua Colt 45 o con la sua carabina Winchester, questo non va bene. Tex dovrebbe imparare espressioni come “aprire un tavolo”, “istituire un tavolo”, “radunare attorno a un tavolo” che la politica usa oggi per arrivare a “soluzioni condivise” e “convergenze bipartisan”, come finiscono queste cose lo sappiamo.
In quarto luogo Tex è un servo dei padroni perché non va mai in pensione, in un momento in cui i diritti “acquisiti” degli anziani sono a rischio, forse un po’ meno di quelli dei giovani, lui non chiede nessun prepensionamento o “scivolo” previdenziale, peraltro in combutta con quell’altro vecchio rintronato di Kit Carson. Per tale ragione deve essere probabilmente un agente segreto delle forze reazionarie al soldo di confindustria e nemico dei lavoratori, soprattutto quelli con tessera in tasca e degli onorevoli e relativi consulenti. Possiamo solo sperare che un bell’intervento al tunnel carpale fermi questo nemico della previdenza pubblica e annichilisca il suo dito sulla leva di sparo.
In quinto luogo, Tex è un massacratore d’indiani e dovrebbe essere processato per crimini contro l’Umanità e genocidio, talché in molti sperano che lo si possa vedere presto al tribunale internazionale dell’Aja perché sia sottoposto all’azione penale, che tutti sanno dovrebbe essere resa obbligatoria anche all’estero.
In sesto ed ultimo luogo, Tex non partecipa a manifestazioni davanti alla camera… pardon, al Congresso, per protestare contro la speculazione e a favore dell’annullamento del debito pubblico, per cui deve essere pure un servo della speculazione finanziaria. Se usasse il telefono cellulare potrebbe sicuramente essere accusato di corruzione e/o bancarotta fraudolenta.
Cybergeppetto
p.s. Tex Willer, dopo le recenti polemiche sul suo conformismo retrogrado, ha annunciato di voler cambiare editore. Una casa editrice porno gli ha offerto un contratto cinquantottennale per interpretare un macho ante litteram circondato da squaw disinibite. Varie procure hanno cominciato ad indagare su di lui… e, forse, sui suoi adepti.
L’immagine di Tex è di Sergio Bonelli Editore