Sarà necessario fare attenzione alla provenienza del microchip, come raccomanda l’agenzia americana Darpa, che d’ora in poi dovrà essere DOC, d’origine controllata come il parmigiano o come il lambrusco.
Il rischio che il chip sia contraffatto – anche intenzionalmente – per contaminare con malware e virus di varia entità le reti telematiche di grandi organismi, la Difesa in testa a tutti, rappresenta un evento più concreto di quanto si possa immaginare, fa sapere un articolo di Danger Room. Ciò è dovuto alla globalizzazione della produzione e all’acquisto di componenti hardware da paesi stranieri.
“Più una questione da affrontare che un problema da risolvere”, secondo il generale in pensione Michael Hayden, ex CIA (Central Intelligence Agency) ed ex capo dell’NSA (National Security Agency), in quanto già si “stanno manifestando situazioni del genere”, come fa sapere Greg Schaffer, il facente funzione di vicesottosegretario al Department of Homeland Security’s National Protection and Programs Directorate.
Intanto la Iarpa, che nella community Darpa costituisce il settore di ricerca più vicino alle questioni di cybersecurity e reti telematiche in termini di intelligence, ha dato il via al sistema TIC (Trusted Integrated Circuit) per guidare gli Stati Uniti nei loro acquisti di componenti hardware da produttori esterni, perlopiù basati in Cina, Giappone, Corea del Sud e Taiwan.
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Fonte: Danger Room-Wired
Foto: ecofriend.com