Giu 26, 2011
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I Parlamentari devono comunicare. A partire dall’abito

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Ho il piacere di condurre un’intervista alle due firme di punta di Paola Casoli il Blog, Sugar Lady e Cybergeppetto, sui problemi di comunicazione più urgenti e tangibili che portano i cittadini ad allontanarsi dalle istituzioni.

La mia prima domanda, visto che parliamo di allontanamento dei cittadini dalle istituzioni, riguarda l’aspetto dei parlamentari. Che è anche la prima cosa che uno nota, l’abito. Pensate che i parlamentari non abbiano un aspetto in grado di comunicare qualcosa?

Sugar Lady: E’ ovvio che non lo abbiano. Il Parlamento pullula di parlamentari tutti uguali: vestito di sartoria per gli ometti e tailleur aziendale per le femminucce. Manca la personalità! Ho sempre pensato che fossero a un matrimonio, ma non ho mai capito chi si stesse sposando.

Cybergeppetto: C’è un ovvio problema di identificazione, sono tutti uguali, si arrabbiano quasi tutti allo stesso modo, sorridono in maniera stereotipata e non si capisce cos’abbiano da ridere, dicono delle cose come se stessero al bagno e non fossero capaci di farle uscire, a me si contraggono gli addominali dallo sforzo quando devo ascoltarli!

Ma cosa dovrebbero fare allora?

Sugar Lady: Dovrebbero sapersi distinguere. Potrebbero usare delle nuances di colore simili a quelli dei loro simboli elettorali, staccando i colori con degli accessori anch’essi vivacemente colorati, ma è importante che alternino. Vedrei bene le signore tipo Bindi con uno stampato giungla stile Roberto Cavalli. Per quelli della Lega invece basta con il verde totale, meglio abbinarci una cravatta a fiori che fa tanto giardinetto di casa, tanto per restare in linea con il messaggio leghista.

Cybergeppetto: Cara Sugar, lo sai che ho una grande ammirazione per il tuo senso estetico, ma trovo che i tuoi suggerimenti trasformerebbero i rappresentanti del popolo in elegantoni da vedere a via Condotti o via Montenapoleone. Questi devono lavorare, io li metterei in camice nero come si faceva a scuola tanti anni fa con il distintivo di partito sul petto e i gradi da capogruppo, membro di commissione, o anche semplice peones.

Mi lasciate un po’ perplessa: che siano colorati e “freak” o che siano con camice e  distintivo, cosa cambia?

Sugarlady: Se fossero colorati in relazione ai loro simboli si porrebbero come dei formidabili promotori della moda italiana, ogni apparizione sui media internazionali convincerebbe migliaia di stranieri a visitare l‘Italia. Anche gli accessori colorati sarebbero importanti e, se adeguati, porterebbero un aiuto immediato a Confindustria, che si lamenta tanto.

Cybergeppetto: Ci vuole chiarezza, distintivi che identifichino, per esempio, tutti i parlamentari che hanno l’abitudine di correre da un partito all’altro dovrebbero indossare il piumetto dei bersaglieri o, in alternativa, il basco che abbiamo recentemente visto a Torino all’adunata nazionale.

E’ una cosa che fa molto british, non sarebbe male vedere i voltagabbana che sfrecciano da una parte all’altra dell’emiciclo, se si ricavassero delle piste ciclabili tra gli scranni si potrebbero anche vedere delle esibizioni di parlamentari – bersaglieri – ciclisti, qualcuno potrebbe anche dimagrire.

Siete proprio sicuri che il Parlamento sarà più efficiente con queste cose? Non servirebbe un approccio diverso alla politica?

Sugarlady: Per carità, non dico che i parlamentari debbano solo sfilare come dei modelli alla settimana della moda di Milano, ma se uno guadagna un po’ di soldi per il paese, beh li potrebbe mettere in finanziaria, sennò staranno sempre ad alzare le tasse… Comunque, visto che tu caro Cybergeppetto ne hai fatto cenno, lasciatemi dire che il nuovo basco dei bersaglieri è inguardabile. Ma a chi è venuto in mente di sacrificare tanto italico ben di Dio sotto un insipido pon-pon scozzese?! Mi sembra la pubblicità di uno whisky!

Cybergeppetto: Io ho solo risposto a domande sull’aspetto fisico dei nostri rappresentanti, non è colpa mia se non sanno il congiuntivo o se si menano come dei teppisti scatenati anche senza l’eskimo e le mazze da baseball o le chiavi inglesi da 38, sono degni figli di una società in cui appena dici a qualcuno che deve studiare, tutti ti saltano addosso per tutelare non si sa bene quali diritti.

Per le due firme più irriverenti di Paola Casoli il Blog, comunicazione fa dunque rima con concetti concreti e buone maniere. Nel panorama della politica italiana, stando a quando appena sentito, bisognerebbe ripartire dall’abbecedario.

Lasciamo Sugar Lady e Cybergeppetto liberi di scandagliare il mondo politico italiano in cerca di qualche forma di vita non primordiale, che sicuramente ci comunicheranno presto.

L’immagine del vestito di sartoria è della Sartoria Crotti, il nuovo basco dei bersaglieri è stato preso dal Militari Forum.

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