Feb 9, 2011
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Vade Retro, Milite!

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By Cybergeppetto
“Certo sono dispiaciuto che questo giovane sia morto. Ma andiamo piano però con l’esaltazione retorica, non facciamone degli eroi. Quelle non sono missioni di pace. Magari poi si scopre che un soldato è morto per una mina fabbricata in Italia…Ma quelle non sono missioni di pace. I nostri soldati vanno lì con le armi”. Monsignor Antonio Mattiazzo, vescovo di Padova, dixit.
Io li capisco poco certi vescovi o, più in generale, certi cattolici, ma quelli che capisco ancora meno sono i militari: uno che vuol fare il militare in Italia è decisamente un masochista.
Ci vuole un bel coraggio a giurare fedeltà a una Repubblica e alle sue leggi che, incominciando dalla Costituzione, tutti citano e nessuno applica se non quando gli fa comodo. Tu giuri fedeltà a tutti, ma chi ripagherà la tua fedeltà?
Se c’e da spalare l’immondizia si chiamano i militari, se c’è da rifare un argine che ha ceduto si chiamano i militari, se ci sono da spalare le macerie arriva l’Esercito, se c’è da donare il sangue si va in caserma a chiederlo. Però, sia chiaro, per certi catto-pacifisti i militari, poiché hanno le armi, puzzano e fanno anche un po’ schifo.
Da quando l’ossessione pacifista ha preso larghi strati dell’intellighenzia oligarchica, il buon senso che ci dice che le guerre le ordinano i politici e che dietro un’arma c’è un uomo è sparito.
Se hai una divisa e un’arma in mano sei cattivo, se hai il casco e la bottiglia molotov sei un apostolo della libertà. Se sfili il 2 giugno ai Fori Imperiali sei un guerrafondaio, ma se fai un “esproprio proletario” armi in pugno sei solo un disobbediente o, meglio, un difensore del proletariato. Se vai all’estero in una missione militare lo fai solo per i soldi, ma se ti vendi ad uno dei tanti Cetto La Qualunque che ci sono in giro puoi diventare una persona di successo, apprezzato e stimato.
Se rischi la pelle per servire il tuo Paese in divisa sei un retrogrado, se tiri cocaina per sballare al massimo sarai considerato una persona con delle “contraddizioni”. Se sei convinto che le prove difficili si superino con l’impegno e la disciplina sei antidemocratico e anche un po’ fascista, inadatto alla Repubblica in cui non si capisce nulla ma si spendono un sacco di soldi, dove non comanda nessuno tranne chi trama per fare nuovi governi da dietro le quinte.
Lo riconosci subito il reprobo in divisa, anche se va a messa non guarda estatico la volta alzando le braccia come un profeta, rimane in un angolo a meditare su quanto schifo facciano le armi che usa. I militari non sono come le anime buone dell’intellighenzia di oggi, non parlano di pace a vanvera, mettendola in ogni salsa. Infatti non hanno l’abitudine di andare nei talk show con l’occhio vitreo da assuefazione alle canne.
Ma la cosa peggiore di certi militari è che pensano che, a volte, le parole siano più dure delle pietre e che la discriminazione ideologica e politica nell’era della comunicazione sia in grado di uccidere quante e più persone dei conflitti.
Cybergeppetto
p.s. Un militare va a confessarsi dal prete e, dopo aver snocciolato le sue colpe, conclude: “Padre, io sono anche un militare, sono bravo a usare il mio fucile d’assalto e vado in missione all’estero quando il mio governo me lo ordina”. “Figliolo – ribatte il chierico – non posso assolverti; se non batti le mani in piazza al pacifista di turno e non partecipi al girotondo in musica, sarai sempre un malvagio e un nemico delle anime buone di questo paese: per te c’è solo l’inferno”.
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Inchiostro antipatico