Nov 16, 2010
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Dalla casta alla democrazia dei telefonini

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By Cybergeppetto

A volte è incredibile quanto le soluzioni che da lungo tempo si cercano siano vicine e a portata di mano.

Da molte parti si dice che la democrazia italiana abbia bisogno di maggiore partecipazione.

Intanto sappiamo dalle statistiche che gli italiani sono i telefonisti più incalliti.

Quanto fa due più due?

Sottoponiamo al vaglio popolare ogni decisione con votazioni via SMS, ovvio…

Il governo pone la fiducia sulla finanziaria? I cittadini gliela possono dare o negare pestando pochi tasti sul telefono o, con grande eleganza, strofinando i polpastrelli sugli schermi dei telefonini touchscreen.

Al posto della tessera elettorale basta una SIM, bisogna solo controllare che la gente non se la venda a peso d’oro per incassare un po’ di contanti.

Bisogna eleggere il parlamento? Che problema c’è! Niente seggi, niente scrutatori, il ministero dell’Interno potrebbe sapere in tempo reale i risultati e gli elettori potrebbero dimostrare ai loro padrini politici come hanno votato per poter ottenere i favori corrispondenti ai voti espressi, tutto molto più ordinato e trasparente, non come quella odiosa legge attuale che non contempla le preferenze.

“Assessore potrei avere la licenza edilizia?”. “Mi fai vedere l’SMS?”. “Prego”. “Bene, faccio solo un controllo con il tuo provider telefonico e poi firmo…”.

C’è modo e modo di gestire la cosa pubblica, basta con la confusione e con gli inciuci di palazzo, una bella democrazia in diretta telefonica ci metterebbe al passo con i tempi, ma senza rinunciare a tutte quelle pratiche che ci hanno reso famosi. Se poi i risultati non dovessero piacere alla casta, gli basterà sussurrare all’amministratore della rete dicendogli qual’è il risultato più appropriato, chi volete che se ne accorga…

Assistiamo sgomenti a interminabili discussioni politiche, dobbiamo fare le riforme istituzionali, litighiamo sulla riforma della scuola, diamo gli aiuti prima al Veneto o alla Campania? “Il telefonino-voto è aperto”. “Stop agli sms”. E un attimo dopo sappiamo cosa si deve fare, basta solo bloccare i messaggi con insulti e spiritosaggini.

Certo c’è bisogno di qualche aggiustamento, il Capo dello Stato dovrebbe garantire l’imparzialità della rete telefonica, come ha fatto sinora con la Magistratura, basta fare un Consiglio superiore delle reti telematiche in cui si possa sviluppare una sana dialettica tra le correnti telefoniche.

L’articolo 1 della Costituzione dovrebbe essere cambiato così: ”L’Italia è una repubblica democratica fondata sul voto telefonico, la sovranità appartiene al popolo che la esercita ricordando ai politici le proprie necessità/diritti inalienabili”.

Se poi si volesse avere un po’ di coraggio, si potrebbero anche eliminare le camere, per un rapporto più diretto tra popolo e governo.

Cybergeppetto

p.s. E’ in discussione la riforma costituzionale telefonica presso le camere riunite, un esperto costituzionalista argomenta: ”Signor Presidente, Signori Colleghi, questa riforma è del tutto insignificante, perchè trasferisce il telecomando della politica dai parlamentari agli amministratori delegati dei provider telefonici; aumenterà però sensibilmente il numero di governi che si potranno creare”.

Foto: Totò da mentecritica.net; telefonini da news.tecnozoom.it

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Inchiostro antipatico