Solo sabato scorso avevano svelato un impianto per l’arricchimento dell’uranio nuovo di zecca. La cosa non era piaciuta all’inviato americano per la Corea del Nord Stephen Bosworth, che ora è già a Pechino per discutere ciò che appare come una violazione di una risoluzione Onu, ma la Corea del Nord non ha messo tempo in mezzo e oggi, alle 14.34 locali (le 6.24 in Italia) ha diretto una paio di centinaia di missili verso la Corea del Sud.
Risultato: case rase al suolo nell’isola sudcoreana di Yeonpyeong (circa 1.200/1.300 abitanti), che si trova a circa dodici chilometri di distanza dalla costa nordcoreana, dense colonne di fumo che rendono impossibile vedere realmente quanto sta succedendo e popolazione in fuga sulle barche dei pescatori. Una vittima e quattro feriti gravi secondo le prime stime.
Intanto gli incendi nel nord dell’isola sarebbero fuori controllo, come ha riportato poco fa l’agenzia italiana Ansa riferendo quanto reso noto dai colleghi sudcoreani dell’agenzia Yonhap.
La Corea del Sud, da parte sua, ha risposto immediatamente alla provocazione con colpi d’artiglieria e una squadriglia aerea. Si tratta dell’evento più grave dal trattato di pace del 1953, secondo un corrispondente della BBC.
Esemplare la calma del presidente sudcoreano e dell’ambasciatore italiano a Seul nel gestire l’informazione. L’episodio viene minimizzato per evitare il panico tra la popolazione e tra l’opinione pubblica. Ma la Reuters aveva riportato in una delle prime agenzie che i leader di Seul sono riuniti in un bunker per discutere della situazione.
Preoccupate, invece, Cina e Russia per una temuta escalation nucleare, mentre lo yen giapponese e lo won coreano hanno subito un crollo in borsa evidenziando un importante impatto dell’evento sui mercati finanziari.
L’impianto viene ritenuto sofisticato e ultramoderno dagli esperti.
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Foto: Reuters/BBC