Set 26, 2010
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Leggere, scrivere e far di conto

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By Cybergeppetto

In questi giorni si assiste a feroci discussioni sul progetto Allenati per la vita stipulato tra il Comando Militare Esercito Lombardia e l’Ufficio Scolastico per la Lombardia del ministero della Pubblica Istruzione.

Certo sarà interessante capire se tale progetto avvicina i giovani alle istituzioni militari o li trasforma in quei balilla con il fez in testa che abbiamo visto sulla copertina del Manifesto.

Visto che ci siamo si potrebbe anche immaginare un corso da “volante rossa” e spiegare agli studenti quante persone trovarono la morte nel cosiddetto triangolo dell’Emilia Romagna in quella guerra civile che durò dal 1943 al 1948 e, in maniera strisciante, anche oltre.

Non mi pare giusto limitarsi a far sparare i giovani con le pistole ad aria compresa o con l’arco: non bisogna dimenticare che anche la molotov ha tutta una sua tecnologia e un impiego tattico che ha avuto i suoi fasti, anche se, forse, non è più popolare come negli anni di piombo.

A scuola si dovrebbe imparare a leggere, a scrivere e a far di conto, ma ormai da tempo immemorabile ai bambini e ai giovani si inculcano più i difetti degli adulti che altro.

Dalla contestazione in poi abbiamo visto le iniziative più strane, tipo i quotidiani schierati letti in aula o i professori politicizzati: un crescendo di cretinate che dura da troppo tempo.

Dopo l’Unità d’Italia si raccontavano frottole a iosa su Vittorio Emanuele, Cavour, Garibaldi e Mazzini. Per esempio, qualche massone come il Mazzini disse che il fondatore di tante giovani Italie ed Europe aveva la spiacevole abitudine di far distribuire stilettate a destra e a sinistra. Conosciamo Bronte più per i pistacchi, buonissimi, che per l’eccidio dei cosiddetti “briganti”, ma non ce l’hanno detto a scuola.

Dopo la Prima Guerra Mondiale e i suoi ottocentomila caduti e un milione e cinquecentomila feriti/mutilati, si raccontava di come la Patria nacque da quelle sofferenze. Peccato che si venne a sapere che potevamo avere le terre irredente anche senza combattere, ma non ce l’hanno detto a scuola.

Dopo la Seconda Guerra ci hanno detto che l’Italia è stata liberata dai partigiani. Rimane da capire che cosa facessero due armate alleate in Italia per più di due anni, forse gli inglesi giocavano a cricket e gli americani a baseball. A scuola non ce l’hanno detto.

I ragazzi di oggi escono da scuola e non superano i test d’ammissione all’Università o, peggio, anche test molto semplici come quello per fare i soldati a lunga ferma. I geometri che fanno il militare non sanno cos’è un radiante e non riescono a imparare il sistema usato nelle operazioni militari. Si potrebbe continuare a lungo.

Leggere, scrivere, far di conto e, sicuramente, conoscere le Istituzioni dello Stato, questo è quanto serve e su cui ci si dovrebbe soffermare. Non si può riempire di troppi contenuti una scuola che sforna ignoranti “a nastro” come una mitragliatrice, salvo scoprire poi che si sta sparando a salve perché le pallottole del sapere sono state fatte sparire dall’ideologia.

Cybergeppetto

p.s. “Papà, vado a tirare con l’arco, voglio colpire il bersaglio, un tondo di paglia”. “ Bravo, mettilo nel tuo curriculum quando andrai a cercare lavoro…”

Foto: Libro e Moschetto è del blog BeffaTotale; i partigiani della Volante Rossa sono di infoaut.org; il radiante è della e-school di Arrigo Amadori.

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Inchiostro antipatico