Set 19, 2010
1354 Views
0 0

Finché c’è guerra c’è speranza

Written by

By Cybergeppetto

Le operazioni militari in aree di crisi sono un business che, pagato dai governi, coinvolge le industrie della difesa, le agenzie umanitarie, le diplomazie bilaterali e multilaterali, le milizie e, per certi aspetti, le mafie che speculano sulle tragedie dell’Umanità e sono sempre pronte a trarre profitto da qualsiasi cosa.

Le industrie della difesa hanno visto scemare le commesse tradizionali per l’equipaggiamento degli strumenti militari, ma dai teatri di crisi arrivano tante richieste sia per armamenti che per infrastrutture ed equipaggiamenti tecnologici. Carri protetti, barriere antintrusione e ogni sorta di protezione, sistemi tecnologici per la ricognizione a tutti i livelli: finché dura, come si dice, fa verdura.

Le agenzie umanitarie, per un verso, stigmatizzano la cattiveria umana per mostrare il loro filantropismo e la loro nobiltà d’animo, ma, dall’altro, lottano a coltello tra di loro per assicurarsi le commesse dei governi e delle organizzazioni internazionali (tipo Onu, Ue ecc.).

Non ci sono più quelle belle missioni piene di organismi inutili e duplicazioni di funzioni dove i funzionari internazionali possono litigare per stabilire chi-fa-che-cosa (mentre cercano nuove posizioni su internet).

In ogni caso, una guerricciola qua, una pulizia etnica là… qualcosa sempre si trova.

Le diplomazie sono l’esempio più elegante del binomio inutilità/costosità delle strutture burocratiche che da anni si baloccano sulle crisi di mezzo mondo senza mai riuscire a risolvere nulla.

Non bisogna, però, sottovalutare l’impatto che gli happening e i party hanno sulle economie dei teatri di crisi, anche se stride il contrasto tra chi muore di fame e chi azzanna con elegante ingordigia delle delicate tartine al caviale.

Le milizie sono l’elemento di punta di questo sistema perverso che lascia prolungare le crisi senza che si risolvano. I signori della guerra sanno che hanno un potere di veto che  consente loro di mantenere lo status quo, trasformare gli aiuti in soldi e utilizzare i soldi per qualsiasi sorta di traffico illecito.

L’anello successivo sono le mafie e le criminalità organizzate che ben sanno quanto possano fruttare le guerre e non se ne sono mai fatta sfuggire una.

I decisori politici potrebbero meditare sulle cattiverie scritte in queste righe, che potrebbero essere di sprone per degli accordi più seri e decisi, come quelli di Dayton.

Cybergeppetto

p.s. “Cara, devo prendere l’aereo tra due ore per andare a vendere un carico d’armi a un paese africano. Se non volete che mi occupi più di questo commercio ignobile lasciatemi dormire, ridurremo il nostro tenore di vita e troverò altro da fare”. Il profumo di caffè gli ricordò un’ora dopo che doveva scappare all’aeroporto.

Foto: la mappa delle forniture di armi è stata scaricata da Skyscrapercity; il bambino che mangia le briciole da terra è del blog Fotografando la vita; la succulenta tartina al caviale è del blog My world down.

Article Tags:
· ·
Article Categories:
Inchiostro antipatico