Lug 11, 2010
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Mini-naja avanti marsch!

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By Cybergeppetto

Il servizio militare ha contribuito a fare gli italiani. Lo sanno tutti. Anche se, dopo due conflitti mondiali, non è che fosse così popolare.

C’erano caserme ovunque, poligoni ovunque, c’era il baby boom e centinaia di migliaia di persone nelle tre forze armate.

C’erano quelli che riuscivano a farlo nei pochi reparti operativi che, già allora, venivano chiamati reparti d’elite e c’erano molti che s’imboscavano nei distretti militari e negli enti più strani per stare vicino a casa.

Tanta retorica nelle cerimonie militari, dove i politici davano il meglio di sè per dimostrare il loro attaccamento alla Patria e ai suoi valori.

Certo non tutti avevano piacere di passare un anno in divisa: bisognava terminare gli studi, interrompere un lavoro.

Per fortuna i giovani d’allora, magari insieme ai loro genitori, trovavano il modo di ridurre o azzerare l’impatto di questo servizio.

Era poco alla moda fare il militare mentre si manifestava per la fine della guerra in Vietnam o contro l’imperialismo americano. Poco importa se, a est, qualcuno scriveva e aggiornava piani d’invasione che, per fortuna, sono ora solo documenti buoni per gli storici.

C’erano tanti tipi d’invalidità che con il tempo si diffusero come delle malattie contagiose.

C’erano crescenti istanze di natura religiosa e ideologica che vincolavano le coscienze al rifiuto delle armi.

C’erano sempre meno cacciatori e tiratori sportivi, gli unici che non potevano dire di non voler imbracciare le armi

C’erano crescenti debiti che consigliavano di ridurre la spese militari e tante forze politiche che ritenevano che comprare armi fosse uno spreco inutile.

Il nostro paese, si sa, si fonda su una carta costituzionale piena di valori fondanti, come quell’articolo che dice che “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”.

Sì, i valori sono importanti, ma quello lì fu ritenuto superabile, tutti d’accordo. Ogni tanto qualcuno ripete che “il servizio militare è solo sospeso”, come se in breve tempo si potesse tornare al passato.

Nel frattempo le scuole hanno sfornato piccoli barbari senza cultura, senza rispetto e senza voglia di lavorare che affollano i casting dei reality show e giocano a qualsiasi tipo di lotteria.

Ora li mettiamo a posto a questi monelli dai 18 ai 30 anni, tre settimane d’estate in divisa.

“Domattina i capelli corti due dita, marsch!”. Una pelatina di patate in cucina, una mezz’oretta di guardia a un bidone di carburante vuoto, un po’ di marcia sul piazzale e un bel gavettone alla sera. Potrebbero addirittura imparare a lanciare un sasso, una bomba a mano sarebbe un po’ troppo.

Saranno dei giovanotti/e nuovi, rispettosi, pieni di voglia di lavorare, educati e pronti per diventare cittadini modello.

Prima non sapevamo a che servisse la naja? Adesso abbiamo scoperto cosa fare con la mini-naja.

Sei milioni di euro all’anno per la mini-naja? Suvvia! Bazzecole rispetto a quello che abbiamo dato alla Fiat e all’Alitalia, non si può essere micragnosi con i nostri pargoli, dobbiamo pensare al loro futuro, ancora non lo sanno che dovranno pagare i nostri debiti. Più li rintroniamo e meglio è…

Cybergeppetto

p.s. I figli chiedono sempre tante cose:”Papà, mamma, posso andare a Londra questo fine settimana? Posso comprare l’iPod nuovo? Che ne dite di un motorino nuovo? Posso farmi la lampada? ecc. ecc.”. Tra le tante statistiche che si fanno non c’è quella per sapere quanti genitori gli dicono “Lavorare no?!?”.

p.p.s. Cybergeppetto è un retrogrado schifoso…

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Mini-naja per 250 giovani tra i 18 e i 30 anni (9 luglio 2010)

Foto: la batteria in schieramento è di www.canino.info; la vignetta sul servizio civile è del Servizio Civile in Svizzera; la giovane recluta Sturmtruppen è stata presa da qui.

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Inchiostro antipatico

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