Mag 30, 2010
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Albione non è più così perfida se lascia a spasso i suoi generali

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Eravamo sull’orlo dell’abisso affianco agli spocchiosi discendenti dei barbari d’oltre vallo: loro hanno fatto un passo avanti.

C’era una volta un Paese con un grande passato imperiale, con una Costituzione antichissima e un governo sempre efficiente basato sul bipolarismo.

Magari cucinavano – e cucinano – male, però erano rapidi nelle decisioni, efficienti nel realizzarle e avevano un sistema economico che non indulgeva a cercare il debito per finanziare una politica del voto di scambio.

Il loro legame transatlantico li poneva in pole position in ogni crisi di cui, poi, erano in grado di sfruttare le opportunità economiche.

Erano un po’ orfani del loro impero perduto, ma lo facevano con una dignità tutta britannica che ammantava di humour anglosassone l’animo barbaro e spietato con cui nei secoli scorsi avevano conquistato mezzo mondo, il Commonwealth.

Noi invece, battuti in guerra, prigionieri della casta, vivevamo strangolati dalle alchimie politiche; la nostra democrazia si affidava alle ciambelle di salvataggio dei cosiddetti “governi balneari”, dei penta e pluripartiti all’esecutivo.

Mentre loro facevano i conti alla sterlina riposti in bell’ordine nella borsa del Cancelliere dello Scacchiere, noi facevamo una manovrina o una manovrona ogni sei mesi.

Mentre loro avevano la Lady di ferro, noi sognavamo il bipolarismo. Nessuno dei nostri militari metteva piede fuori dall’Italia se non per fare il cicisbeo a Bruxelles. Quando poi sono incominciate le operazioni multinazionali loro ottenevano posizioni di rilievo e noi rimanevamo intrappolati nei posti più schifosi.

Eppure nulla è immutabile. Anche la posizione più solida deve essere curata, sostenuta, difesa e si deve lavorare con un ciclo di pianificazione a lungo termine per rimanere sulla breccia. La saggezza popolare dice infatti :” ogni ricchezza diventa povertà”, per rimarcare quanto sia difficile conservare i risultati ottenuti.

I bizantinismi di chi pensa solo a se stesso e non ha altre idee che quelle relative alla propria bravura sono l’anticamera della decadenza.

Da circa vent’anni è successo stranamente che da noi si è affermata la cultura del bipolarismo e tutte le forze politiche, a parole, dicono di volere un esecutivo forte; da loro si è proceduto a una involuzione politica che ha portato al primo governo di coalizione delle isole britanniche che, per nascere, ha richiesto l’impegno a  tenere un referendum per la legge elettorale proporzionale.

Nel frattempo in Afghanistan gli inglesi finiranno sotto comando americano anche nella regione che hanno tenuto sino a oggi. La crisi economica ha tutto l’aspetto di un mare in tempesta e, come è a tutti noto, per mare non ci sono taverne.

Noi, nel frattempo, possiamo sempre continuare a occuparci di corna, mutande e governi d’unità nazionale, fa molto british.

Se Piero Marrazzo fa scuola, infatti avrebbe pagato le sue amanti con i soldi della Regione, anche David Laws, neo primo segretario al Tesoro britannico, paga l’affitto al suo compagno gay con i soldi del Parlamento.

Intanto Sarah Ferguson che prende una mazzetta potrebbe ispirare un film che, stavolta, però, non si potrà chiamare “The italian job”. Proporrei piuttosto “Bicycle thieves”.

Cybergeppetto

p.s. David Cameron parlerà al Parlamento Europeo per stabilire le condizioni alle quali il Regno Unito può rimanere nell’Unione e che prevedono l’adozione della sterlina come moneta unica e il pagamento del debito pubblico a carico dell’Europa. Se questo non avverrà il Regno Unito è pronto a uscire dal trattato e federarsi con le isole Cayman.

Foto: la bandiera del Commonwealth è di Maps of the World, Margaret Thatcher as Britannia è di Chris Madden, Sarah Ferguson è su News of the World, la locandina di Ladri di biciclette è di Wearebarabbas.

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Inchiostro antipatico