Mentre a Belgrado le sirene ricordano oggi l’inizio dell’attacco Nato sulla Serbia avvenuto il 24 marzo di undici anni fa, nell’ex provincia serba autoproclamatasi indipendente – il Kosovo – la forza Nato in fase di ridimensionamento a vantaggio di altri fronti operativi sta trasferendo la responsabilità del controllo di siti di interesse serbo alle nuove forze kosovare.
Meno di una settimana fa, il 18 marzo scorso, il monumento che segna per i Serbi la nascita della loro nazione è stato dato in custodia alla polizia del Kosovo (Kosovo Police Service, KPS). Il Gazimestan, la torre alta una cinquantina di metri che nella pianura di Kosovo Polje vicino a Pristina ricorda la sconfitta contro i turchi subita nel 1389, ora non è più sotto la tutela dei militari della Nato ma di quella dei poliziotti kosovari.
Gli ultimi militari della Kfor ad avere la responsabilità della sicurezza di un monumento così importante per i serbi sono stati quelli della Repubblica Ceca, che a loro volta l’avevano ricevuta dai colleghi slovacchi (il cui governo non ha riconosciuto l’indipendenza del Kosovo). Il passaggio di consegne alla polizia del Kosovo, fa notare Prague Daily Monitor, è avvenuto il giorno successivo al sesto anniversario del pogrom di marzo 2004, quando disordini di natura etnica hanno portato all’allontanamento dalle loro case di migliaia di serbi e alla totale distruzione di trentacinque siti religiosi ortodossi per mano albanese.
Ma ora il Kosovo si presenta tranquillo stando a quanto dichiarato il 19 marzo a Pristina dal vertice del comando Nato responsabile per l’area dei Balcani, l’ammiraglio Mark Fitzgerald comandante dell’Allied Joint Force Command di Napoli. Così tranquillo, nonostante gli attacchi ai pochi serbi rimasti e alla dissacrazione anche delle sepolture più fresche, che nel prossimo futuro addirittura i monasteri serbi verranno messi sotto la custodia delle forze del Kosovo.
Già lo scorso 19 febbraio, come riportato da Kosovo Compromise, lo stesso ammiraglio Fitzgerald aveva anticipato sempre a Pristina che la polizia del Kosovo (KPS) e la missione di giustizia europea Eulex si occuperanno della sicurezza di chiese e monasteri serbi ortodossi. Notizia confermata dalla stessa KPS, che in occasione dell’assunzione di responsabilità della tutela del Gazimestan si è dichiarata pronta a fare altrettanto anche per “altre strutture di cultura e di religione ortodossa”.
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Fonte: B92/Beta, Prague Daily Monitor, Kosovo Compromise, Blic
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