La Nato ha cominciato a ridefinire i compiti di Kfor, secondo quanto riportato oggi 1° maggio da B92 che cita l’agenzia Beta come fonte.
Il portavoce dell’Alleanza Atlantica James Appathurai ha riferito a Bruxelles mercoledì scorso della volontà degli ambasciatori dei 26 paesi membri di discutere la missione Kfor, che vede impegnati attualmente in Kosovo circa 17mila uomini, “in order to adjust to the development of the situation on the ground".
Secondo quanto riferito dal portavoce questo allineamento alla situazione attuale verrà sviluppato dalla leadership militare sulla base di linee guida politiche e “tutto ciò che la Nato farà, sarà in accordo con il mandato delle Nazioni Unite e con il consenso dei 26 paesi membri”. Il progetto di un nuovo piano operativo terrà in considerazione nuovi compiti non meglio definiti dal portavoce della Nato.
Il piano di ridefinizione della missione Kfor sarebbe in realtà dettato da una richiesta specifica della Spagna, che non ha riconosciuto l’indipendenza del Kosovo unilateralmente dichiarata lo scorso 17 febbraio e che ora insiste affinché la missione si mantenga su linee di neutralità rispetto alla questione dello status. Questo quanto riporta GrNet citando un’agenzia Apcom del 30 aprile.
Il quotidiano spagnolo El Pais avrebbe anche anticipato la notizia secondo cui i nuovi compiti di Kfor saranno lo smantellamento del Kpc (Kosovo Protection Corps-Tmk), la formazione di una forza di sicurezza e il sostegno alla nascita di una agenzia di supervisione dei corpi di sicurezza. “Un sottile esercizio di eufemismo – secondo El Pais riportato da GrNet – visto che la forza di protezione somiglia molto ad un esercito (anche se limitato nei numeri e negli armamenti) e l’agenzia a un ministero della Difesa e dell’Interno".