pubblicato da Pagine di Difesa il 20 novembre 2006
“Nove mesi in Afghanistan – spiega il generale di corpo d’armata Mauro Del Vecchio, comandante del corpo di reazione rapida italiano per la Nato (Nrdc-it) basato nella caserma Mara a Solbiate Olona – sono una esperienza forte e intensa vissuta senza pause e soste”. E senza pause né soste è stato anche il periodo successivo al rientro in patria degli uomini del generale, che in Afghanistan è stato al comando di 18mila militari di 37 paesi Nato e non-Nato nel corso della missione Isaf-8 dal 4 agosto 2005 al 4 maggio 2006. “Il corpo d’armata – rende noto Del Vecchio – si è immediatamente reinserito nella sede in Italia e le scadenze si sono avvicinate immediatamente”.
Dopo il saluto al contingente dato dalla città di Milano lo scorso 13 maggio, anticipato dalla consegna dell’Ambrogino d’Oro al generale Del Vecchio da parte dell’allora sindaco di Milano Gabriele Albertini, per l’Nrdc-it si sono avvicendati eventi e cerimonie a partire dall’insediamento di un nuovo vice comandante, il generale di divisione britannico David Bill che ha sostituito il collega Roger Lane il 19 settembre.
E poi l’International Day dello scorso 23 settembre, che ha richiesto un pesante impegno organizzativo; per proseguire con l’assunzione del comando della brigata Trasmissioni da parte del generale di brigata Raffaele De Feo, che ha sostituito il collega Ruggero D’Osualdo il 10 ottobre; l’assegnazione il 24 ottobre della bandiera di guerra al reggimento di supporto tattico e logistico, il Restal comandato dal colonnello Gerardo Restaino: “Una assegnazione che conferisce al reggimento un più alto significato alle attività operative e logistiche svolte in terra afgana durante le operazioni Isaf-8 e Italfor-11”.
Ora i militari della Mara sono a Civitavecchia per l’esercitazione Eagle Blade 06, che prepara l’Nrdc-it al prossimo impegno nella rotazione della Nato Response Force (Nrf). “L’anno prossimo torneremo a essere un elemento importante in ambito Nato: la componente terrestre della Nrf”, diceva il generale Del Vecchio già agli inizi dello scorso mese di agosto.
Non sarà la prima volta che l’Nrdc-it assolverà a tale impegno. Nel secondo semestre del 2004, infatti, i militari della Mara costituirono la componente terrestre nella Nrf-3. Questa volta “Nrdc-it parteciperà al progetto Nato Response Force dal 1° luglio 2007 al 15 gennaio 2008 come componente terrestre nella Nrf-9“, specifica il comandante Del Vecchio. La Nrf si avvale di un sistema di rotazione delle forze che è il suo punto di forza, dato che come spiega il comandante “la turnazione è un’organizzazione interna che garantisce l’operatività immediata e il livello di prontezza che la Nato assicura”.
La Nato Response Force è una struttura di pronto impiego per l’Alleanza Atlantica, pronta a intervenire in qualsiasi area di crisi. Finora la forza è stata impiegata per aerotrasportare gli aiuti umanitari stanziati a supporto delle vittime dell’uragano Katrina (settembre 2005) e solo un mese dopo è intervenuta a fini umanitari a sostegno del Pakistan sconvolto dal terremoto.
“Nrf è una struttura che la Nato ha deciso di darsi dal 2002 – sottolinea il generale Del Vecchio – per intervenire con immediatezza in tutti i teatri operativi qualora ce ne fosse necessità”. Le sue principali missioni di impiego sono quelle che prevedono la capacità di reagire con le forze più adatte allo specifico scopo nel più breve tempo possibile. Facendo riferimento solo sulle proprie capacità logistiche la Nrf può operare autonomamente fino a 30 giorni, anche oltre se viene rifornita.
E lo ha dimostrato in occasione dell’esercitazione Steadfast Jaguar 06, che ha avuto luogo lo scorso mese di maggio a Capo Verde arrivando a concludere con il riconoscimento della piena capacità operativa un percorso iniziato nell’ottobre 2003 con la iniziale capacità operativa.
“L’esercitazione di ottobre – anticipava ad agosto Del Vecchio – coinvolgerà le forze di turno: l’obiettivo è la costanza di prontezza operativa”. La Eagle Blade 06 che l’Nrdc-it affronta ora a Civitavecchia costituisce la terza fase di un processo di preparazione che è iniziato con l’addestramento delle unità a livello tattico di responsabilità nazionale, è continuato con l’addestramento delle componenti sotto responsabilità Nato per provarne l’interoperabilità, e si conclude ora con una esercitazione per posto comando, tutta dedicata all’addestramento estensivo delle comunicazioni e alla struttura di comando.