pubblicato da Embedded il 21 gennaio 2006
Il presidente del Kosovo Ibrahim Rugova è morto oggi a Pristina all’età di 61 anni. Rugova è stato una figura di riferimento per tutti coloro i quali aspiravano a uno stato equilibrato nel mezzo dei Balcani.
Embedded ha intervistato in proposito il generale di brigata pilota Luigi Orsini, ora in pensione, che dal 1998 al 1999 è stato capo del contingente dei verificatori Osce (Kosovo Verification Mission), ufficiale di collegamento tra Osce, esercito e polizia serba e che nell’ambito della missione Unmik dal 1999 al 2000 ha seguito l’operazione Kfor.
Generale Orsini, cosa significa la morte di Rugova oggi alla vigilia dei negoziati sullo status del Kosovo?
E’ una grossa perdita. Rugova era l’unica persona su cui si poteva sperare per un futuro equilibrato per il Kosovo, a prescindere dall’indipendenza o meno.
Cambierà qualcosa nella provincia autonoma governata ad interim dalle Nazioni Unite?
Probabilmente tutto resterà stabile poiché l’illegalità è fortemente radicata.
Potrebbero verificarsi dei disordini?
Lo ritengo improbabile per i motivi che le ho detto prima.
Quindi la morte di Rugova potrebbe spianare ancor di più la strada alla illegalità?
Diciamo che ora c’è un ostacolo in meno. Rugova è stato una persona corretta che ha tentato di dare una fisionomia di libertà al Kosovo a discapito della illegalità.
Commenti:
arsim, Sabato 28 Aprile 2007 ore 18:40
viva rugova e albanesi
grande albania