pubblicato da Pagine di Difesa il 27 ottobre 2005
“Una Difesa moderna impegnata anche nella ricerca di un nuovo rapporto con il cittadino, più diretto, che renda visibile il servizio reso alla collettività”. L’obiettivo indicato nella cartella stampa dello stato maggiore della Difesa per la 42esima edizione dello Smau di Milano è stato raggiunto.
Modelli di mezzi in dotazione alle varie Forze armate e collegamenti in videoconferenza con i teatri operativi, fittizia scena del delitto con tanto di manichino accoltellato a terra e carabiniere in camice bianco ad acquisire particolari utili alle indagini: tutto ha contribuito a raggiungere l’obiettivo orientato a mostrare il nuovo corso delle Forze armate. Ma il merito principale non va alla scenografia.
Chi ha firmato quest’anno in modo definitivo la rotta verso una maggiore apertura dei militari nei confronti del mondo civile sono stati gli uomini, che hanno saputo catturare l’attenzione del visitatore con la scioltezza dell’approccio per poi trattenerla con l’empatia. Ufficiali che non hanno esitato a raggiungere i più piccoli piegandosi sulle ginocchia per facilitare uno sguardo diretto alla stessa altezza da terra, carabinieri disponibili a fotografare i visitatori che richiedessero la propria foto segnaletica e il meteorologo che ogni mattina dalla tivù ci dice il tempo che farà hanno saputo avvicinare l’obiettivo indicato nella cartella stampa.
Accanto alla tecnologia, all’informatica e alla digitalizzazione il fattore umano ha dimostrato la sua superiorità nel raggiungere il dialogo tra mondo militare e mondo civile. Salire a bordo dell’auto dei Carabinieri e attivare la sirena è seducente non solo per un bambino, ma anche per il ragazzo intraprendente in gita con la classe. E fa sorridere gli adulti che, penalizzati dalla generazione passata, non avrebbero mai pensato di trovarsi così a stretto contatto con chi si ritiene faccia solo multe o compili verbali.
Queste caratteristiche umane dimostrano che si è scelto bene tra le persone da destinare allo stand. Oppure indicano che il nuovo corso è realtà da qualche anno, da quando cioè si è cominciato a studiare l’approccio interpersonale con maggiore attenzione. Niente braccia incrociate sul petto e disponibilità a rispondere alle domande del visitatore ponendosi sullo stesso livello comunicativo. Anche il linguaggio non verbale vuole la sua parte, dato che è l’elemento primario su cui si innesta un canale di comunicazione.