Ago 18, 2005
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Aeronautica, le basi di Herat e al-Bateen

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pubblicato da Pagine di Difesa il 18 agosto 2005

Herat, Afghanistan – al-Bateen, Abu Dhabi – Un campo base di 62mila metri quadrati, cioè una superficie pari a circa sette campi di calcio, capace di ospitare un migliaio di militari e di assicurare il supporto logistico alle forze dei 4 Provincial Reconstruction Team (Prt) presenti nell’area occidentale dell’Afghanistan. E’ la Forward Support Base (Fsb), l’aeroporto di Herat sviluppatosi in 60 giorni sul prato brullo che ricopriva una pista di 46 anni fa deteriorata dal tempo e dall’uso in periodi alterni.

Quasi 200 militari italiani, che costituiscono la task force Aquila sotto il comando del colonnello Paolo Massari, e 400 spagnoli con assetti elicotteristici e con la Quick Reaction Force trovano alloggio in una base progettata e gestita da italiani. Il vicecomandante responsabile del supporto tecnico, logistico e operativo a tutte le unità è lo stesso colonnello Massari. La guida della Fsb è spagnola dallo scorso 18 maggio.

Il 31 maggio il generale di brigata Giuseppe Santangelo è diventato Regional Area Coordinator West (Rac W): da allora la Fsb è passata sotto il controllo operativo della missione International Security Assistance Force (Isaf) in Afghanistan. “Da quel momento – spiega il colonnello Massari – siamo diventati parte integrante del dispositivo di Isaf”.

Oggi, a certificazione di Initial Operation Capability ottenuta lo scorso 1° giugno, la Fsb può contare su un sistema di impianto voli notturni a cinque diverse intensità luminose “da utilizzare anche per i voli diurni invernali” precisa Massari. La torre di controllo, costruita con la struttura del terminal, è stata restaurata e il nuovo terminal ha gestito tra il 15 marzo e il 15 luglio circa 5.000 passeggeri, 2.000 voli e 4.700 tonnellate di materiali.

“I nostri uomini provvedono sia ai voli civili che ai voli militari” chiarisce il colonnello Massari. Su questa pista atterrano e decollano anche le due compagnie aeree afgane: Ariana, la linea preferita dal ministro dell’Energia Ismail Khan, e Kam Air, la linea aerea con cui viaggiava il capitano di fregata Bruno Vianini quando perse la vita lo scorso 3 febbraio in fase di organizzazione della Fsb e del Prt di Herat.

Nel campo sono presenti: un centro per le telecomunicazioni con sistemi satellitari (la sala operativa è stata approntata in quattro ore); il servizio antincendi composto da una dozzina di uomini; un ospedale da campo spagnolo con capacità di pronto soccorso e stabilizzazione; una unità sanitaria che dedica tre giorni a settimana alle visite mediche per il personale afgano. Nell’aeroporto c’è un deposito carburanti che consente di rifornire tutti gli aeroplani, mentre nella struttura di protezione della base si sta integrando in questi giorni un plotone sloveno.

Oggi la Fsb è un centro amministrativo di intendenza ed è la prima volta che un servizio amministrativo dell’Aeronautica militare supporta in teatro operativo forze armate Nato. Ma fino a cinque mesi fa l’area dove ora sorge la base aeroportuale era desertica e poteva celare mine o altri ordigni inesplosi.

“Gli artificieri del Eod (disattivazione ordigni esplosivi, ndr) dell’Aeronautica hanno bonificato il terreno – rende noto il colonnello Massari – e finora hanno rinvenuto solo armamento da lancio, quasi totalmente materiale russo”. In tutto sono stati bonificati 400mila metri quadrati di terreno e il compound è difeso da un battaglione di protezione locale con capacità Eor-Eod (riconoscimento-disattivazione ordigni esplosivi) e Nbc (difesa da minaccia nucleare, biologica, chimica).

Herat e l’Afghanistan, insieme con l’Iraq, sono i due teatri operativi a cui si accede passando attraverso la base del 7° Reparto operativo autonomo (Roa) di al-Bateen ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti), nata il 1° settembre 2003. L’incremento di Herat, ancora più evidente in questi giorni di schieramento delle forze di supporto alle elezioni, richiede un potenziamento del 7° Roa.

“Per la base di Al Bateen – spiega il colonnello Diego Regali, comandante della base negli Emirati Arabi – si sta valutando un aumento di uomini e mezzi. Nella base ci sono oggi un centinaio di uomini, un contingente nazionale interforze che rende possibili cinque ore di volo al giorno da e per Afghanistan e Iraq con un trasporto medio di 50 persone al giorno, oltre a eventuali materiali. In un anno e mezzo sono transitate 35mila persone”.

Le missioni supportate dalla base aerea negli Emirati Arabi sono tutte a rischio medio-alto e i C-130J da e per i teatri operativi viaggiano armati sotto il profilo della sicurezza, cioè adottano un sistema di autoprotezione per sfuggire a ogni rischio.

L’attività intensa e i progetti di ampliamento (per la Fsb è in atto un progetto di espansione con fondi Nato e sembra che una banca di investimenti asiatica voglia finanziare la costruzione di una nuova pista) non mutano la certezza, confermata da entrambi i comandanti dell’Aeronautica, di “essere ospiti ad al-Bateen” e “fruitori della pista di Herat”.

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2005 · Afghanistan · Forze Armate · Iraq · past papers