Nov 14, 2004
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La cooperazione civile militare e l’obiettivo multietnico

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pubblicato da Pagine di Difesa il 14 novembre 2004

“La prerogativa del Cimic (cooperazione civile-militare, ndr) è quella di creare i contatti per la cooperazione. Il resto è politica”. Questo, sintetizzato dal capitano Mauro Ocone comandante dell’Italian Cimic team in Kosovo, è il compito dell’attività di cooperazione civile-militare in ogni area di responsabilità. In particolare, il gruppo comandato da Ocone è responsabile delle quattro municipalità di Dakovica-Giacova, Decani, Klina e Pec-Peja.

Qui tutte le attività sono state orientate alla integrazione dei diversi gruppi etnici presenti. In questa zona della regione autonoma del Kosovo la maggioranza della popolazione è albanese. I pochi abitanti che appartengono a etnie diverse, quali i serbi, gli ashkali, i rom, i bosniaci e i gorani, vivono in aree ben individuate. I serbi, addirittura, in veri e propri ghetti più o meno ampi. Si va dalla enclave di circa trentamila abitanti, Gracanica, al gruppo familiare di profughi appena reinsediati.

Mauro Ocone e il suo team, alle dirette dipendenze del generale Danilo Errico, comandante della Brigata multinazionale Sud-Ovest, si sono posti l’obiettivo di instaurare un dialogo con le personalità politiche e con le organizzazioni governative e non governative. “Dopo una fase iniziale dedicata alle presentazioni e a rendere note le nostre intenzioni, siamo passati alla definizione di piccoli progetti di cooperazione che poi sono stati realizzati” spiega il capitano facendo riferimento a un paio di iniziative che oltre al successo tra la popolazione locale hanno anche avuto gli onori della popolarità mediatica.

“L’Italian day ha raccolto circa seimila persone nella piazza di Decani – illustra Ocone – e i corsi di italiano si sono dovuti svolgere su due turni: uno a Decani, frequentato da volontari di organizzazioni non governative e medici locali, e uno a Giacova-Dakovica per adolescenti”. Oltre a queste iniziative, il 25 ottobre scorso il Cimic ha realizzato un Party multietnico a Villaggio Italia con la partecipazione di centoquaranta giovani tra albanesi, rom, serbi e bosniaci. Qualche giorno prima una partita di basket che ha attirato una cinquantina di tifosi a Giacova-Dakovica.

In queste attività la collaborazione delle infermiere volontarie della Croce Rossa italiana della regione Puglia, ausiliarie delle Forze armate reclutate dalla Brigata Pinerolo di Bari, si è rivelata preziosa. In tre turni da giugno a novembre le sei sorelle hanno reso possibile non solo la concreta realizzazione dei corsi di italiano e delle feste organizzate per i giovani, ma anche la distribuzione degli aiuti umanitari, l’assistenza alla popolazione e gli approfondimenti su temi di interesse attuale, quale il rischio Aids.

“Il Party è stato proprio un gran successo – commentano le infermiere – un esempio di come i giovani di diverse etnie possano festeggiare insieme al di là delle differenze culturali e degli attriti rimasti dalla guerra del 1999”. “Ma il dolore di quella guerra – aggiungono le due volontarie – viene rinnovato ogni volta che le salme degli albanesi sono rimpatriate”.

Dai contatti avuti con la popolazione, sia il Cimic che le ausiliarie di Croce Rossa hanno ricavato dati incoraggianti: i giovani sono interessati a corsi di approfondimento e hanno voglia di cultura. Lo hanno dimostrato non solo dalla massiccia adesione ai corsi di lingua italiana e dalla partecipazione alla festa multietnica, ma anche dal coinvolgimento delle organizzazioni non governative locali nelle attività proposte dal Cimic.

“Ho chiesto personalmente al segretario della Croce Rossa kosovara di Pec-Peja – racconta il capitano Ocone – di partecipare alla distribuzione di aiuti umanitari in favore dei serbi di Goradzevac, un villaggio serbo di circa seicento famiglie. E la risposta è stata subito positiva”. In quella occasione sono stati distribuiti materassi, guanciali, coperte, cibo e indumenti. E proprio da quel villaggio sono partiti i ragazzi serbi che hanno partecipato al Party multietnico del 25 ottobre.

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2004 · Forze Armate · interviste · Kosovo · past papers